martedì 1 marzo 2011

Forte Fortissimo è stato un Incontro

Sapete quando le parole si ingarbugliano perché sono conseguenza di emozioni altrettanto scomposte? Scomposte come per dire, che so, sottosopra perché forte, fortissimo è stato un incontro.
Ed è un incontro che vorrei ricordare, perché è ancora aperto…
Un paio di anni fa ho seguito un laboratorio di teatro carcere presso il Tam, era condotto da Cinzia Pennacchi e Andrea Zanellato.
In questo periodo storico, che appar sottosopra, come le emozioni, tutto tende a mescolarsi.
Non mi sembra che sia passato tanto tempo, forse è stato ieri ma potrebbe essere che stia avvenendo anche adesso mentre scrivo… io ricordo quei corridoi che non finivano mai, interrotti solo da pesanti cancelli e porte e ringhiere scorrevoli che bisognava percorrere per giungere da loro e agenti che controllavano i taccuini di appunti e i copioni e le caramelle accuratamente nascoste sotto la lingua.
Il testo lo sapevo a memoria, la storia dell’anatra stavo cercando di digerirla, le mani cercavo di non muoverle se non fosse necessario e…loro, come dire, erano “dentro” in attesa, lunga attesa.
L’incontro con i carcerati dei “Due palazzi” ha mescolato le carte, non so se avete presente “l’Appeso”, è una carta dei tarocchi in cui un uomo è appeso, è a testa in giù.
Questo è stato il mio incontro con Farid, Rashid, Giovanni e compagnia.
Uno stare sottosopra, un perdere il controllo e non tanto per il rendersi conto di essere, attorialmente, infinitamente meno emotivo di loro, ma per costatare quanto loro mi stessero ricordando quello che ogni tanto ci si dimentica: che nessuno – nessuno! – è sempre e solo una parte di se stesso che domina su tutte le altre, ma che ogni persona ha 100 – Uno, nessuno, centomila – parti di se, nel bene e nel male.
Non sono sempre e solo un bevitore di birra o un ingegnere aereospaziale o un raccolgitore di pomodori, ma contemporaneamente sono anche altro.
Grazie.
Questo è stato l’incontro con chi sta “dentro”: l’avermi ricordato quanto il pregiudizio possa distruggere le infinite e bellissime parti di una persona, e quanto invece ci sia di illimitato nell’anima di ognuno, anche di chi, giuridicamente, ha commesso un errore.
Del laboratorio tengo tanto, ma più di tutto la lezione di umanità ricevuta da Farid.

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