giovedì 10 marzo 2011

Silvia Mei per rEsistere: "Se per esistere bisogna digiunare io non mangerò"


Circa un anno fa feci visita ad un artista di vecchia guardia che dopo 30 anni di onorata carriera riceveva i primi riconoscimenti istituzionali - come uno spazio per la compagnia e provvidenziali sovvenzioni - il coinvolgimento in importanti progetti europei, un riscontro internazionale.
Mi chiese come andava all’Università – erano i giorni delle occupazioni studentesche, degli scioperi nelle scuole pubbliche, delle iniziative a catena, ma soprattutto dei tagli, ingenti, spaventosi, all’istruzione e alla cultura. Risposi che la nostra azione, come docenti, ricercatori, studiosi di ogni ordine e grado, era improntata alla resistenza: dovevamo resistere, muoverci nei margini che le leggi lasciavano scoperti, agire d’astuzia, piegarsi ma non spezzarsi, perché se si rinuncia a qualcosa non si presenterà più in futuro l’occasione di riprendersela.
Lui mi ascoltò con occhi perplessi e replicò: “Si chiama resistenza l’organizzazione alla guerra civile, questa che mi racconti tu la chiamo sopravvivenza”.
Parlammo allora d’altro, di fotografia, di arte, di Rinascimento, di Aby Warburg…volarono via due ore bellissime e alla fine guadagnai tre chili di libri generosamente elargiti dall’artista per la causa della ricerca non finanziata.

per leggere tutto l'intervento clicca su se per esistere bisogna digiunare io non mangerò

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