giovedì 5 maggio 2011

Società Per Azioni

Mi faceva piacere scrivere su questo blog che da troppo tempo è rimasto inattivo di una bella nuova esperienza che

è nata a Padova e che si propone di essere un motore di nuove idee, nuove azioni e aria fresca per la città, un fermento, un enzima reattivo, come a me piace pensare all'arte (una specie di condizionatore?...vista l'Estate incipiente!) si chiama Società Per Azioni. E mi piaceva parlarne in questo blog proprio perché Società Per Azioni è un gruppo spontaneo che si è creato all'indomani della manifestazione del 27 Marzo rEsistere a Padova, a partire da alcuni di quelli che hanno partecipato, dalla voglia di continuare ad agire insieme.


E ora SocietàPer Azioni propone la sua AZIONE # 1 attraverso un flshmob,

una mobilitazione rapida che utilizza la rete e facebook come mezzo principe di comunicazione

ed organizzazione lanciando la seguente mail nel web


SocietàPerAzioni propone un'azione performativa comune per lo

sciopero generale del sei maggio a Padova. Se vuoi partecipare

l'appuntamento è alle ore nove davanti al mac donald di fronte alla

stazione. Porta con te un gesso bianco e se vuoi una macchina

fotografica. Ti daremo istruzioni sullo svolgimento dell'azione quel

giorno. Se vuoi saperne di più scrivi a socperaz@gmail.com altrimenti

ci vediamo venerdì.


link alla pagina su Facebook di SocietàPerAzioni:

http://www.facebook.com/pages/SocietàPerAzioni/211397325546896

link all'evento su Facebook: http://www.facebook.com/event.php?eid=127538550657606


SocietàPerAzioni cerca forme concrete di rEsistenza culturale, modi

indipendenti di comunicazione, nuovi ambiti di azione. Siamo attori,

registi, cantanti, danzatori, insegnanti, scenografi, musicisti,

videomaker, fotografi, artisti visivi, falegnami, costumisti,

scrittori, organizzatori, ricercatori... siamo persone che

intervengono sul reale attraverso la pratica performativa.

Ci incontriamo a Padova.


Vi prego di diffondere e far girare la mail a chi pensate potrebbe essere interessato


Io venerdì mattina ci sarò e stando al tam tam che si sta muovendo

credo che saremo un nutrito gruppo

L'azione che verrà realizzata sarà poetica, semplice ed efficace, a sostegno di una cultura non più sostenuta dalla nostra nazione...per ora!


giovedì 31 marzo 2011

Alberto Cacopardi



w la crisi
che mette in crisi
che fa venire le crisi
che fa incontrare i visi

la storia di Emma.. di Paolo Esposito-Arlecchin

... cari tutti voi ciappati dal ragno olandese (nol se spiega se no el color dea ragnatela, ecco) xe sta na bea situazion..na piazza ....de qua i cantastorie-musicanti, de la i baerini - atori senza scarpette rosa ma pien de colori nelle loro perfomances , staltra piaza pien de musicisti e lettori con bea e gran voce.. lo so parchè mi co la faccia brutta che mi ritrovo andavo de qua e de la ciaccolando con persone e putei..
el punto, cussì rivo al sodo, che poi se xe tanto sodo e anca bon me lo mangio..el punto ma anca l'ovo..vabbè... go incontrà, mentre che fasevo la mia preghiera al santo ripreso da la telecamarra , na putea de nome Emma..me diseva che jero finto, ghe gavevo la barba finta, che jero n'arlecchin finto anca parque non jera tempo de carneval..insoma na lotta ..e mi che no go peli sula lingua , parque vabbè che go fame ma niancora me metto a magnar e pantegane, rispondevo a tono a sta putea.. insomma me son fatta n'amica ..e me veniva a cercar in te le piasse e se metteva vicino a mi seduta a vedere i spettacoli.. sigava all'inizio ma mi :" Emma sttttt tasi , i se drio creare ..varda e dopo te me disi"
cara sta putea..me vardava e diseva va ben con la testa e in silenzio vicino a mi a vedare "l'ottavo giorno" che balla e po Marina butta par tera un fojetto rosso :" cori Emma , ciapalo vedomo cossa xe scrito dentro" e la putea core ,lo ciapo e lo lezemo insieme (parchè la putea xe troppo picola e non sa anco lessere ,eh!) insomma sta putea ascolta e poi ciapa el foglio rosso e lo tien stretta e poi de corsa a vedare e a sentir la tammorra de Roberto Caruso... e cussi via...
ciò prima sta putea sembrava na indemoniata e po dopo poco jera diventà un "pubblico" atento ,sognante e rispetoso...
(parentesi i genitori eran esterefatti .. la piccola peste trasformada in una vitale e attenta bambina, chiusa parentesi)
ecco, niente volevo parlar de Emma e quanto secondo mi ga fato ben sto "rESISTERE" a sta putea. punto.
son mi, queo dei frutti, albero, seme ..
insoma Arlecchin ...deiiii

mercoledì 30 marzo 2011

io rEsisto




Firma della lettera da inviare al Presidente Giorgio Napolitano a sostegno e difesa della Cultura perché diventi la prima risorsa del nostro paese dato che

La Cultura è

Energia rinnovabile e pulita.


Un bene comune

e una risorsa su cui investire,


non una spesa da far pagare agli italiani

Domenica 27 Marzo Teatro delle Maddalene ore 20: Io rEsisto

sabato 26 marzo 2011

RASSEGNA STAMPA - ufficio stampa di Marta Giacometti

aggiungiamo agli articoli già postati altri che annunciano la Giornata Mondiale del Teatro a Padova
l'ufficio stampa è a cura di Marta Giacometti, del gruppo promotore dell'iniziativa a Pd, di Ikon Studio

Tele Nuovo
http://www.tgpadova.it/index.cfm/hurl/contenuto=236553/cultura/artisti_padovani_ancora_sul_piede_di_guerra.html

EXIBART
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=105643

Padova Oggi
http://www.ipadovaoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3815:giornata-mondiale-del-teatro-gli-artisti-scendono-in-piazza&catid=1:ultime-notizie&Itemid=106

NEWS SPETTACOLO
http://www.newspettacolo.com/news/varie/33593_reintegro-fus-gli-artisti-padovani-esprimono-perplessita-e-promuovono-comunque-una-giornata-di-mobilitazione-a-sostegno-della-cultura-domenica-27-marzo-2011-in-oltre-70-nelle-piazze-del-centro-cittadino-un-pomeriggio-di-performance-e-spettacoli.html

PADOVA NEWS
http://www.padovanews.it/notizie-di-padova-e-provincia/arte-e-cultura/86507-reintegro-fus-gli-artisti-padovani-esprimono-perflessita

TAFTER
http://www.tafter.it/2011/03/25/industria-dello-spettacolo-gli-artisti-padovani-confermano-la-protesta-del-27-marzo/

PADOVANDO
http://www.padovando.it/y18_attualita/y18_vivere_a_padova.asp?inde=35308

BLITZ QUOTIDIANO
http://www.blitzquotidiano.it/italia/veneto/padova/padova-news/reintegro-artisti-padovani-esprimono-1871236/

ITALIA EVENTI
http://www.italia-eventi.com/2011/03/reintegro-fus-gli-artisti-padovani.html

Valentina Voi - Il Mattino di Padova

«rEsistere»: la cultura in piazza dei Signori

http://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinodipadova/2011/03/25/MGAPO_MGA01.html?ref=search

venerdì 25 marzo 2011

Caterina Cisotto - il Gazzettino

Cultura - gli artisti scendono in piazza

http://carta.ilgazzettino.it/LeggiGiornale.php?TipoVisualizzazione=&CodSigla=PD&NumPagina=30&AnnoPagina=2011&MesePagina=03&GiornoPagina=25

CARTA ESTNORD: articolo sul 27 marzo

Tagli alla cultura: la protesta continua. Manifestazione il 27 marzo a Padova

Lista Adesioni Aggiornata ad oggi

Gruppo Promotore: Loris Contarini - Claudia Fabris- Marta Giacometti - Alessandro Martinello Vasco Mirandola - Paola Valente – Maria Cinzia Zanellato
con il patrocinio Assessorato alla Cultura Comune di Padova

Pierangela Allegro - Mirko Artuso - Silvia Aufiero - Stefano Patarino - Eva Rossella Biolo - Silvio Bortoletto - Chiara Bortoli - Gianni Bozza - Flavia Bussolotto - Octavio Caballero - Alberto Cacopardi - Marco Caldiron - Maurizio Camardi - Diego Carli - Massimo Carlotto - Roberto Caruso - Sandra Cattaneo - Pierluigi Cecchin - Rachele Colombo - Loris Contarini - Andrea Cravotta - Francesca D'Este - Marco Di Marino - Paolo Esposito - Claudia Fabris - Enrico Fabris - Camilla Ferrari - Paolo Franciosi - Luca Francioso - Linda Frasson - Cosimo Gallotta - Silvana Gallota - Alessia Garbo - Anna Garbo - Marta Giacometti - Giorgio Gobbo - Cristina Grazioli - Enrico Gusella - Adriano Iurissevich - Ted Keijser - Marzia Maino - Maria Grazia Mandruzzato - Anna Marcato - Sergio Marchesini - Alessandro Martinello - Elisabetta Mazzullo - Silvia Mei - Cristina Minoja - Vasco Mirandola - Massimo Munaro - Lucia Osellieri - Antonio Panzuto - Emanuele Pasqualini - Andrea Pennacchi - Susanna Piccin - Margherita Pirotto - Paola Pizzi - Farah Polato - Giorgia Poletto - Carlo Presotto - Giancarlo Previati - Laura Pulin - Elena Randi - Alberto Riello - Raffaella Rivi - Pierantonio Rizzato - Ivan Rizzotto Luciana Roma - Paola Rossi - Paolo Rozzi - Michele Sambin - Renzo Sanavia - Beatrice Sarosiek - Donato Sartori - Veronica Schiavo Stefania Schiavon - Lucia Schierano - Carla Stella - Erica Taffara - Marica Tesser - Roberto Tombesi - Elisabetta Torresin - Fabrizio Turetta - Alessandra Urso - Paola Valente - Paolo Valentini - Chiara Valerio - Antonino Varvarà - Carlotta Vinanti - Sandra Zabeo - Maria Cinzia Zanellato
Abracalam - A.R.A. Artisti Resistenti Attivi - Calicanto - Cantieri d'Ottobre - Carichi Sospesi - Centro Maschere e Strutture Gestuali - Compagnia VIA - Fantaghirò - La Casa degli Gnomi - La Piccionaia I Carrara - Manonuda Teatro - Noninerenti - Ottavogiorno - Pantakin da Venezia - Piccola Bottega Baltazar - Pixelle - Quattro Noni - Progetto Giovani - Questa Nave - REV Rete Arti Performative - Sale Docks - Spazio Danza - Spazio Gershwin - Studenti laboratorio teatrale Liceo Cornaro - Tam Teatromusica - Teatro del Lemming - Teatro Sud Est - Teatrocontinuo - TPR Teatro Popolare di Ricerca - VeneziaInscena
Palcofonico Radio Bue

La Stampa 24/03/11 - Massimo Gramellini

Mi inchino ammirato alla perfidia del governo, che finanzia i teatri lirici aumentando il prezzo della benzina. Gli intellettuali ostili non hanno sempre detto che la cultura è il nostro petrolio? E allora si tassi il petrolio degli altri per poter continuare ad attingere a quello metaforico, prodotto dalle viscere della storia patria. «Un piccolo sacrificio che tutti gli italiani saranno lieti di fare», ha suonato il flauto Gianni Letta. Ma basta una passeggiata sul web per accorgersi che gli italiani non sono lieti per niente. Sono esterrefatti, me compreso, per la faccia tosta della politica, che chiede sempre «sacrifici» e mai ne fa. Che mette le mani nelle tasche degli italiani, ma si guarda bene dallo svuotare le proprie. I 236 milioni destinati a cultura e spettacolo (una miseria per un Paese che a cultura e spettacolo affida quel poco che resta della sua immagine nel mondo) era davvero indispensabile spillarli ai nostri carburatori?L’accorpamento dei referendum alle elezioni amministrative di maggio avrebbe permesso, da solo, di recuperare ampiamente il maltolto. Aggiungerei al conto le auto blu e le scorte di statisti del calibro di Scilipoti. Per carità di Patria eviterò di ricordare quanto ci costi il volo di ogni Tornado sopra la Libia in fiamme (32 mila euro all’ora, comunque). Ecco, qualche testa fina starà già pensando: perché sprecare tutti quei soldi per la cultura quando ce n’è così bisogno per i bombardamenti? Che la tassa sul petrolio vada a finanziare la guerra del petrolio: resterebbe uno scippo, ma almeno uno scippo coerente.

giovedì 24 marzo 2011

Programma di Domenica 27 Marzo a Padova

27 marzo 2011 Giornata Mondiale del Teatro


Iniziativa degli artisti padovani, in raccordo con iniziative analoghe nelle città
italiane, a sostegno e riconoscimento delle attività culturali e teatrali.

Foglio di Piazza della Giornata:

dalle 16.00 alle 18.00 tutti gli artisti dello spettacolo che hanno aderito presentaranno delle performances di teatro musica e danza in punti diversi delle tre piazze centrali: piazza delle Erbe, piazza della Frutta e piazza dei Signori che per l’occasione diventeranno una scena teatrale a cielo aperto.
L'idea è di portare nelle piazze la cultura, di portarla alla gente, di far fiorire la città in una primavera culturale come risposta creativa ai tagli che stanno mettendo a rischio il nostro patrimonio artistico. Tra tutte segnaliamo una piccola azione che verrà fatta in risposta al reintegro del Fus. Alcuni artisti regaleranno ai passanti delle monetine da 2 cent accompagnate da un piccolo biglietto che reciterà:


La Cultura:

Energia rinnovabile e pulita.


Un bene comune

e una risorsa su cui investire,


non una spesa da far pagare agli italiani

alle 18.00 tutti gli artisti indosseranno un cartello con la scritta : "Lavoratore dello spettacolo"
Indossato il cartello gli artisti e i cittadini
, si dirigeranno in Piazza dei Signori dove prenderà avvio l'azione performativa Mascheramento Urbano a cura di Donato Sartori I I partecipanti rimarranno per un'ora sotto la ragnatela come installazione vivente nel cuore della città. Verrà letto l’articolo 9 della Costituzione

alle 19.00
l'installazione si scioglierà. Artisti e cittadini accenderanno una candela e si dirigeranno verso il teatro delle Maddalene, transitando per via Dante, Piazza Mazzini, e via Beato Pellegrino.

L'iniziativa si concluderà all'interno del teatro

L'iniziativa si concluderà all'interno del teatro con la stesura di una lettera/appello da inviare al Presidente Giorgio Napolitano

Chi desiderasse partecipare fisicamente al Mascheramento Urbano e non avesse ancora aderito, deve solo prepararsi il cartello in formato A3 su cartoncino bianco ed al segnale acustico (ore 18) indossarlo dirigendosi verso Piazza dei Signori per essere irretito dalla ragnatela di Donato Sartori.


Appello ai cittadini contenuto nel volantino che verrà distribuito in piazza domenica 27 Marzo

Cari Cittadini
L’annunciato reintegro del Fondo unico per lo spettacolo (Fus), ottenuto tramite il rincaro della benzina come ha annunciato ieri il Governo, non ci rende affatto tranquilli. Così facendo i Governo grava peraltro sui cittadini, mentre sarebbe assai più giusto e opportuno tagliare gli ampi e numerosi sperechi della politica. La situazione del teatro e di tutto il settore culturale in questo momento in Italia è al collasso: teatri pubblici e privati, festival e compagnie indipendenti sono in ginocchio, a rischio le produzioni cinematografiche e teatrali, le programmazioni di questa stagione, oltre che molti posti di lavoro... siamo 250.000, attori, registi, danzatori, scenografi, tecnici, costumisti, operatori del teatro, del cinema, della danza, della musica.
Siamo precari, siamo intermittenti, e del tutto privi di garanzie sociali.
La cultura, l'arte, la ricerca non soltanto producono ricchezza e occupazione: sono un diritto e un bene comune, non un privilegio di pochi eppure la percentuale del PIL che vi investe il nostro paese è tra le più basse in Europa.
Ma reintegrare i fondi non basta più.
Chiediamo una profonda riforma del sistema.
Chiediamo regole CONDIVISE per una distribuzione più equa e trasparente dei finanziamenti secondo criteri di qualità.
Chiediamo di tutelare la nostra autonomia di artisti e i nostri diritti di lavoratori.
Invitiamo tutti, artisti, lavoratori, operatori ad unirsi per organizzare una resistenza attiva per difendere l'espressione del pensiero indipendente e il libero accesso ai saperi e alle arti.
Una comunità che va a teatro, al cinema, che legge, è una comunità che acquisisce sempre più strumenti per scegliere, per partecipare, una comunità che sa assumersi la responsabilità diretta della democrazia e quindi proprio a voi che vi trovate qui chiediamo di sostenere questa battaglia come se fosse anche una vostra battaglia.
Grazie.

giovedì 17 marzo 2011

Il luogo del nostro corpo in cui siamo tutti Italiani

Premetto che mi sento cittadina del mondo, anzi meglio, mi sento ospite di un magnifico pianeta azzurro e verde che rotola nello spazio attorno alla stella chiamata Sole di una galassia dal nome poetico: la Via Lattea. Premetto che fatico sinceramente a comprendere gli uomini che hanno la pretesa ridicola e ingenua di poter comprare o vendere la terra, il cielo e il mare, tracciandovi confini immaginari che loro ritengono serissimi e che ai miei occhi, oltre ad un onesto stupore, generano un compassionevole sorrisino. Detto questo io, in questo pianeta che prende il nome da uno dei quattro elementi, io, Claudia, sono senza dubbio Italiana...a partire dal nome che mi fa automaticamente voltare come per un istinto non consapevole, ogni volta che venga pronunciato ad alta voce, e lo sono, italiana, più di quanto i miei pensieri galattici mi lascino supporre...e io credo sinceramente che siano italiani, oltre ogni loro ragionevole coscienza, anche tutti gli altri esseri umani nati in questo curiosissimo stivale, che i suoi confini li ha accettati dalla Natura, più che da immaginifiche riunioni postbelliche attorno ad una cartina geografica (essendo completamente circondato dal mare e chiuso dalle Alpi a nord). E mi accingo immediatamente a motivare questa affermazione che con ogni probabilità almeno una parte politica oggi potrebbe confutare.

Esiste in ogni italiano un organo, o meglio un luogo del corpo, in cui la parola patria trova la propria casa...e questo luogo è la bocca o per essere ancora più precisi la lingua. Nella lingua che parliamo e in quella fatta di carne che sin dal latte materno si allena e viene educata con costanza e gioia ad una sensibile intelligenza dei sapori siamo davvero innegabilmente e inevitabilmente italiani...e davvero non è poco!

Se si pensa che la lingua utilizzata per comunicare con gli altri è prima di tutto la lingua che usiamo per pensare...per parlare a noi stessi...il punto non è: "io parlo italiano"...ma: "io penso in italiano"...la Madrelingua, madre forse proprio per questo, è il modo che utilizziamo più frenquentemente per organizzare di fronte alla nostra coscienza il mondo esterno quando si affaccia ai nostri occhi, è realmente Madre...la madre di tutto ciò che vediamo...se pensassimo in un'altra lingua vedremmo altre cose, differenti, e vivremmo in un altro mondo! Per questo motivo due popoli con una lingua diversa si sentono diversi...non sono diversi in quanto esseri umani...ma vivono in due mondi diversi perché pensano e vedono cose diverse...e questo può generare molte difficoltà ed è il motivo per cui è prezioso imparare molte lingue ed è difficile e delicata l'integrazione culturale. Un esempio mille volte citato è quello degli eschimesi che hanno decine di parole nella loro lingua madre per descrivere la neve e le sfumature di bianco e se un eschimese venisse in vacanza Cortina ...probabilmente le userebbe tutte, perchè le sfumature di banco e i tipi diversi di neve ci sono anche a Cortina, alcuni almeno; vedrebbe cose che noi non vediamo e il motivo per cui noi non le vediamo è che non abbiamo le parole per descriverle!!!

L'altra madrelingua, e qui ancor più madre, è quella che ha imparato e ci insegna dall'infanzia ad amare la cucina e il cibo e che ha trasformato la necessità del nutrimento in un'arte e in una sapienza che forse (e dico forse solo per non apparire troppo presuntuosa) non ha eguali in tutto il pianeta. Ogni Italiano ha una sua lingua, in questo senso, cresciuta ed educata da madri e nonne, sorelle e amanti...cucinano anche egli uomini, lo so, ma più per lavoro o in particolari occasioni, la cucina quotidiana...quella che costruisce i corpi dei bambini che crescono, spetta ancora il più delle volte alle donne...ed è anche questa una madrelingua...madrelingua di corpi e di emozioni a cui nessun italiano saprebbe rinunciare...la pizza, ed è solo un esempio, l'abbiamo esportata in tutto il mondo forse per essere sicuri di trovarla ovunque andiamo

E dunque.... nonostante tutto quello che quotidianamente vediamo nei giornali e alla tv che ci farebbe pensare al nostro popolo come ad un popolo un po' ridicolo e ben poco maturo, di macchiette melodrammatiche e fanfarone, se...e dico se...siamo ciò che mangiamo...forse gli italiani ci riserveranno ancora qualche piacevole sorpresa!

Buona Festa e un Bacio tricolore a tutti...un bacio che sulle mie labbra ha sempre il sapore della mozzarella, del pomodoro fresco e il profumo irresistibile del basilico

martedì 15 marzo 2011

si nasce gratis si muore gratis

Alcune settimane fa ho partecipato al teatro delle Maddalene ad un laboratorio sull'arte interattiva tenuta dai Sacrocuoreconnection, un gruppo di ragazzi di Vicenza, ed è stato esaltante rendermi conto che questi ragazzi cresciuti con il digitale e il web sono la prima generazione che può rispondere con una sonora e argomentata risataa chi con falsa saggezza ripete quelle frasi stantie con cui io sono cresciuta e che non ho mai accettato tipo:

"Ehh ... Al mondo nessuno ti dà niente per niente..."

"Eh...al mondo niente è gratis..."

"Eh al mondo tutto ha un costo e tutti hanno un prezzo..."

Bhè questi ragazzi lavorano utilizzando solo programmi Open Source...Free...Gratis..Lavori che altri ragazzi , altri uomini, da altre parti del mondo hanno creato lavorandoci sodo e con passione e poi hanno messo in rete perché altri sconosciuti li usassero... Io lo trovo bellissimo...io credo che questo potrebbe davvero cambiare il mondo, e forse lo ha già fatto più di quanto noi siamo in grado di percepire...perché assomiglia molto alle regole con cui funziona non la nostra piccola e ormai vecchia società ma la Vita stessa, maiuscolo

Si nasce gratis si muore gratis...ci si innamora gratis...

si vede tutta la bellezza gratis e si sentono i profumi

e i sapori gratis

e sono gratis gli orgasmi (bhè a guardare la cronaca non sempre...ma quella è una deriva appunto)

e le lacrime e il sapore salato e il dolce

e la neve e il mare e i fiumi e le farfalle

e gli uccelli e le nuvole e la nebbia

e tutto tutto gratis ...e pulito ci era stato dato

poi...ci siamo confusi e persi...ci siamo cacciati da soli dal paradiso

chiudendoci dentro un piccolo inferno regolato dal Mercato

...forse è arrivato il momento di svegliarci dal nostro stesso incubo

...forse anche non c'è più troppo tempo per rimandare

la RETE per rEsistere

io credo molto nella rete tra cittadini...

credo che forse davvero potrà cambiare le cose...

perchè in quella rete sei singolo, rimani forte della tua storia individuale, di ciò che ti ha fatto e che tu hai fatto, ma allo stesso tempo sei collegato, e lo sai e lo vedi, e comprendi quanto ogni singolo sia importante per creare il tutto...proprio come in una rete da pesca ogni nodo è davvero importante...se salta un solo nodo si apre una falla e i pescatori sanno quant'è pericoloso un piccolo buco, tant'è che passavano un buon tempo a riparare le reti

credo sia un pensiero quasi nuovo, un nuovo gradino nella coscienza collettiva, senza una ideologia...ma con tante idee personali cresciute dentro la tua vita a cui nessuno ti chiede di rinunciare con abnegazione per omologarti ad un ideale più grande...ti si chiede "solo" di accorgerti che già fai parte di una rete anche se non lo sapevi e non ci pensavi, ti si chiede "solo " di condividerle le tue idee e se ti appassioni al gioco ti può crescere dentro la voglia di condividere di più, magari anche ciò che hai...magari del tempo libero...delle sapienze, delle ricette delle soluzioni...delle riflessioni....dei desideri e magari dello spazio, un divano, una casa, una macchina, scoprendo di essere l'importantissimo fondamentale nodo di una rete che ne contiene a miliardi tutti altrettanto importanti...

prima d'ora le nuove grandi Idee chiedevano al singolo di annullarsi, di sciogliersi per una causa più grande, in una causa più grande. ...a dire il vero questo modo di procedere non mi sembra abbia funzionato, non in profondità almeno, l'ego personale si scioglie solo quando è sazio, quando ha vissuto a sufficienza ed ha appagato i propri desideri con abbondanza .... solo allora gli nasce la voglia di altre visioni, nuove, differenti, più grandi di sé, e solo allora si scioglie docilmente, addirittura con entusiasmo, senza rivoltarsi con violenza e senza più esigere la propria parte


venerdì 11 marzo 2011

ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA


Così...solo per promemoria

...solo perché la vogliono cambiare questa bella costituzione

...solo perché io non li so gli articoli a memoria, ma mi piacerebbe impararli e forse davvero dovrei

...solo perché molte delle istanze che a tratti sento urlare dentro di me come cittadina secondo la nostra costituzione sono già un nostro diritto




La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica .

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.


leggi anche art.33 e 34" href="http://www.senato.it/istituzione/29375/131289/131307/131312/articolo.htm">33,


giovedì 10 marzo 2011

esercitarsi a rEsistere per imparare ad Agire

Stiamo iniziando a progettare un' azione nella nostra bella città:
liberi esercizi di rEsistenza creativa, stimolati anche dalla lettura
delle seguenti circolari dell'AGIS

giornate mobilitazione

26 27 28 Marzo giornate nazionali per la cultura e lo spettacolo

RadioBue INTERVISTA ON LINE : Palcofonico per rEsistere

per riascoltare la puntata di palcofonico di RadioBue dedicata a rEsistere clicca 
palcofonico per rEsistere


durante la puntata 
- vengono lette due riflessioni di detenuti raccolte dal Tam 
- la conduttrice Gioia e Giorgio leggono un estratto dal testo di Chiara Valerio 
   "Senza il Teatro non so vivere perché"
- Intervista a Claudia Fabris che ha partecipato all'organizzazione dell'evento
- Alessandro Martinello rilegge la poesia che Marco Paolini ha dedicato a rEsistere
- Va in onda l'audio del video preparato da Mirko Artuso e Natalino Balasso
   per la giornata e già caricato sul nostro blog
- va in onda un estratto dell'intervento musicale preparato ad hoc per rEsistere 
   da Debora Petrina registrato dal vivo alle Maddalene il 26 Febbraio 
   Debora Petrina - voce e tastiera  Riccardo Marogna - clarinetto

Silvia Mei per rEsistere: "Se per esistere bisogna digiunare io non mangerò"


Circa un anno fa feci visita ad un artista di vecchia guardia che dopo 30 anni di onorata carriera riceveva i primi riconoscimenti istituzionali - come uno spazio per la compagnia e provvidenziali sovvenzioni - il coinvolgimento in importanti progetti europei, un riscontro internazionale.
Mi chiese come andava all’Università – erano i giorni delle occupazioni studentesche, degli scioperi nelle scuole pubbliche, delle iniziative a catena, ma soprattutto dei tagli, ingenti, spaventosi, all’istruzione e alla cultura. Risposi che la nostra azione, come docenti, ricercatori, studiosi di ogni ordine e grado, era improntata alla resistenza: dovevamo resistere, muoverci nei margini che le leggi lasciavano scoperti, agire d’astuzia, piegarsi ma non spezzarsi, perché se si rinuncia a qualcosa non si presenterà più in futuro l’occasione di riprendersela.
Lui mi ascoltò con occhi perplessi e replicò: “Si chiama resistenza l’organizzazione alla guerra civile, questa che mi racconti tu la chiamo sopravvivenza”.
Parlammo allora d’altro, di fotografia, di arte, di Rinascimento, di Aby Warburg…volarono via due ore bellissime e alla fine guadagnai tre chili di libri generosamente elargiti dall’artista per la causa della ricerca non finanziata.

per leggere tutto l'intervento clicca su se per esistere bisogna digiunare io non mangerò

26 FEBBRAIO 2011 TEATRO DELLE MADDALENE: FOTO DELL'EVENTO

Sono online le foto di Andrea Cravotta dell'evento del 26 febbraio.

mercoledì 9 marzo 2011

Casa circondariale di Pesaro-Teatro Aenigma festeggia il 27 marzo con le persone detenute

Per il sesto anno consecutivo il Teatro Aenigma festeggerà domenica 27 marzo la Giornata Mondiale del Teatro.Quest'anno organizziamo un evento nella Casa circondariale di Pesaro.Ospite d'eccezione il Maestro Gianfranco de Bosio, classe 1924, presidente del Comitato scientifico dell'Istituto per l'Opera e la Poesia dell'UNESCO. E' anche componente del Comitato scientifico della rivista "Teatri delle diversità" e nel 2008 ha diretto per il Teatro Aenigma un attore che aveva iniziato a fare teatro in carcere con la Compagnia Lo Spacco nello spettacolo "Le città porto: da Ancona a Napoli" ispirato ai Dialoghi del Ruzzante (trovate una pagina da lui scritta in "Recito, dunque so(g)no").Sarà un modo per festeggiare insieme a detenute e detenuti attualmente coinvolti nella Compagnia Lo Spacco l'assegnazione del Premio letterario nazionale Gramsci (avvenuta il 22 gennaio scorso ad Ales/Oristano) al testo dello spettacolo "Lettere dal carcere" messo in scena dal 13 al 18 maggio 2010.

Partecipare al Coordinamento Teatro in Carcere-info

per tutte le realtà teatrali attive all'interno delle carceri.
alcune info per partecipare al Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere
http://www.teatroaenigma.it/home.php

www.ateatro.org: nascita coordinamento teatro in carcere

da ateatro webzine di cultura teatrale a cura di Oliviero Ponte di Pino

http://www.ateatro.org/mostranotizie2.asp?num=133&ord=20

martedì 8 marzo 2011

MICHALIS: motivi per continuare a r-Esistere

cara Cinzia, cari Tutti,
grazie per l'invito a rEsistere, per la serata e... per la mangiata!
è stata davvero una bella occasione per incontrarsi e conoscersi meglio.
la situazione è davvero molto critica, molto più critica di quanto si pensi, quindi bisogna resistere, insistere, fare, divulgare.
bisogna anche imparare ad esistere, a non perdersi nelle piccole cose e/o contraddizioni, ad imparare a stare più insieme a riconoscersi all'interno di una comunità che ha certe idee seppur non sempre molto chiare.
teniamoci in contatto,
un abbraccio a tutti,
Michalis
Balàmos Teatro

sabato 5 marzo 2011

reAgire

che ne pensate?
dopo rEsistere forse dobbiamo ora preoccuparci di reAgire
pensiamo alle tre giornate del 26 27 e 28 marzo?
c'è una mobilitazione nazionale alla quale partecipare
ho ascoltato questo pomeriggio su radio 3 piazza verdi e non mi era mai capitato, in tanti anni di teatro, di sentire voci così concordi e condivisibili, se pur provenienti da persone che occupano posizioni molto diverse tra loro, rispetto alla necessità di contrastare in ogni modo lo sfascio che si sta compiendo nei confronti della cultura.
che ne pensate?
pierangela a.

riAscoltare rEsistere

per sentire gli interventi e le performance teatrali e musicali che si sono succeduti nel corso della giornata rEsistere. a cura di Il Tamburo di Kattrin

http://www.spreaker.com/show/resistere_tamteatromusica_pd

IL TAMBURO DI KATTRIN -al di là del concetto di punizione

Articolo di Giulia Tirelli - conferenza stampa con persone detenute gennaio 2011

http://www.iltamburodikattrin.com/approfondimenti/2010/al-di-la-del-concetto-di-punizione/comment-page-1/#comment-1031

venerdì 4 marzo 2011

Il carcere MAMMA

Dopo il post di Alessandro mi sembrava giusto inserire la riflessione di Gianni.
Ricordo quando ho sentito per la prima volta parlare i detenuti del Carcere-Mamma.
Ero in qualche luogo del mio corpo...o della mia mente, infantilmente scandalizzata.
Poi li ho ascoltati, ho riflettuto con calma...e mi sono accorta che la metafora
era ben più di una licenza poetica.
Questo carcere che ti organizza il tempo e lo spazio e ti dice in continuazione cosa puoi e cosa non puoi, dove puoi e dove non puoi e così facendo ti disabitua ad assumerti la responsabilità di una scelta, che è il vero imprescindibile tirocinio nella crescita di ogni essere umano, assomiglia davvero ad una super mamma matrigna e avvolgente, onnipresente, onnisciente che si occupa dei minimi dettagli della tua vita, spogliandoti a poco a poco della capacità di stare in piedi diritto sulle tue gambe.
Il Carcere Mamma dopo molti anni di cure affettuose genera la paura di essere liberi e infatti ...sempre con lo stesso ingenuo stupore negli occhi, ho ascoltato più volte il racconto di detenuti che alla fine di una lunga permanenza in galera, finalmente liberi, dopo poco non resistevano di fronte al peso della propria vita e consapevolmente commettevano qualche piccolo reato per poter ritornare tra le braccia rassicuranti e protettive della loro immensa mamma.
Ho incontrato queste riflessioni attraverso i detenuti parecchi anni or sono...più di recente nella mia vita, e nella mia mente, ho conosciuto e subito il terrore della scelta e la paralisi che consegue l'incapacità di compierla, e durante questa lunga e dolorosa esperienza parlando con un'amica che viveva una situazione simile, mi sono ritrovata a dar voce, e lei con me, al desiderio di entrare in carcere...come detenuta, proprio perché avevo bisogno di qualcuno
che si preoccupasse della mia vita al posto mio...era evidentemente una provocazione frutto di un disagio immenso...ma il fatto di averlo pensato mi ha aiutato a comprendere ciò che i detenuti mi avevano raccontato anni prima e quanto la cosa più preziosa nella vita di un uomo sia la sua capacità e possibilità di scegliere...in una parola di essere libero.
Il Carcere ti priva della libertà fisica...e questa è una punizione più che sufficiente per qualsiasi reato tu abbia commesso...è davvero una violenza senza giustificazioni invece il fatto che ti privi a poco a poco della tua libertà interiore e della capacità di esercitarla.

Riflessioni dal carcere raccolte negli anni dal Tam

Il carcere è un processo all'interno del quale in modo

più o meno patologico si ritorna a essere bambini.

E' come un bambino, un uomo in carcere, proprio perchè

assistito, seguito, coccolato si sente al centro del

mondo e dimentica spesso gli altri. Mettersi

al centro della propria attenzione è la mossa

essenziale. Garantisce la sopravvivenza, poi lo

sviluppo, poi ancora il confronto e con esso la

relazione e perciò si cerca qualcuno con...

uno spazio in cui...un tempo per...ma questo avviene

solo quando si comincia a percepire gli latri e non

ci si sente più quel poverino, sfortunato, prigioniero,

condannato, colpevole....

Gianni


Contrappunto in re minore per quartetto d'archi e telecamere

Mi torna in mente una riflessione fatta tra me e me durante i progetti di teatro carcere ai quali ho partecipato, ovvero quanto l'eccessivo controllo di alcune persone su altre disabitui quest'ultime ad auto regolarsi.
Certo le forme di controllo sono molte ...anche in questo periodo mediatico.
E posto un video fatto con il collettivo Lavacamora di cui facevo parte

mercoledì 2 marzo 2011

Veronica: motivi per continuare a r-Esistere

Cara Cinzia,
è stato un piacere partecipare a rEsistere. A volte dalle situazioni più spiacevoli possono nascere opportunità inaspettate. Spero davvero che la bellissima energia di sabato scorso rimanga viva e che i risultati siano presto tangibili. So che la situazione italiana è profondamente diversa, ma sono stata in Argentina dopo la crisi e mai come allora ho sentito la forza e la necessità che il teatro può avere in situazioni limite. Ho visto spettacoli ovunque, nelle case, per le strade. Una ventata di ossigeno, davvero. Un po' come sabato scorso.
a presto

Veronica

Luisa: motivi per continuare a r-Esistere

Cara Cinzia,
ho deciso che continuo la mia "carriera" letteraria inviandoti un elenco di motivi per i quali ti ringrazio di avermi coinvolta nella manifestazione di sabato:

- grazie per l'impegno che contraddistingue il lavoro tuo e dei tuoi compagni, soprattutto in ambito carcerario (ambito così poco a cuore a buona parte dell'umanità)
- grazie per avermi fatto sentire parte di una "famiglia" che condivide principi, valori, speranze che nulla hanno a che vedere con profitto ed interesse solo personale
- grazie perchè nel corso della cena di sabato sera (dove peraltro ho trovato a sorpresa una persona che era presente alla manifestazione) abbiamo finalmente parlato d'"altro". In genere infatti ci roviniamo le serate discutendo animatamente di chi ci governa, dei mali di questo nostro paese, del futuro incerto per i nostri figli, mentre sabato sono riuscita - almeno per un po' - a distogliere l'attenzione da tali argomenti focalizzando l'attenzione sulla manifestazione e sugli argomenti trattati nel corso della stessa
- grazie perchè mi hai fatto vincere almeno una delle tante paure da cui sono affetta (parlare in pubblico)
- grazie perchè mi sono divertita, emozionata, a tratti commossa, mai annoiata
- grazie e basta!

Con amicizia
Luisa

martedì 1 marzo 2011

Andrea Segre per rEsistere



Questo testo di Andrea Segre accompagnava un estratto da suo documentario
"Come un uomo sulla terra" a proposito delle carceri in Libia

"La tendenza negli ultimi anni a inasprire il lato securitario delle politiche pubbliche è drammatica.
Nasce dalla forte resa elettorale delle paure e delle risposte dure e intransigenti alle paure.
Ma produce la fine dello stato di diritto.
Il sovraffollamento delle carceri, la riduzione drastica dei fondi per interventi sociali e culturali, la costruzioni di luoghi di detenzione ad hoc come i CIE e gli accordi con paesi dittatoriali per attuare politcihe di respingimento si inseriscono nello stesso tragico filone.
L'Italia permette che le carceri italiane diventino nella gran parte luoghi di alimentazione della devianza o di esasperazione dell'emarginazione, esattamente come permette che migliaia di esseri umani vengano deportati e violentati per mano di un regime dittatoriale (di cui solo oggi, per altro, scopriamo le barbarie). Lo fa perchè dire che il "pericoloso" viene richiuso, schiacciato o respinto, produce consenso.
Il problema vero è che produce anche declino disumano di una civiltà.
Cosa è più importante?"

Forte Fortissimo è stato un Incontro

Sapete quando le parole si ingarbugliano perché sono conseguenza di emozioni altrettanto scomposte? Scomposte come per dire, che so, sottosopra perché forte, fortissimo è stato un incontro.
Ed è un incontro che vorrei ricordare, perché è ancora aperto…
Un paio di anni fa ho seguito un laboratorio di teatro carcere presso il Tam, era condotto da Cinzia Pennacchi e Andrea Zanellato.
In questo periodo storico, che appar sottosopra, come le emozioni, tutto tende a mescolarsi.
Non mi sembra che sia passato tanto tempo, forse è stato ieri ma potrebbe essere che stia avvenendo anche adesso mentre scrivo… io ricordo quei corridoi che non finivano mai, interrotti solo da pesanti cancelli e porte e ringhiere scorrevoli che bisognava percorrere per giungere da loro e agenti che controllavano i taccuini di appunti e i copioni e le caramelle accuratamente nascoste sotto la lingua.
Il testo lo sapevo a memoria, la storia dell’anatra stavo cercando di digerirla, le mani cercavo di non muoverle se non fosse necessario e…loro, come dire, erano “dentro” in attesa, lunga attesa.
L’incontro con i carcerati dei “Due palazzi” ha mescolato le carte, non so se avete presente “l’Appeso”, è una carta dei tarocchi in cui un uomo è appeso, è a testa in giù.
Questo è stato il mio incontro con Farid, Rashid, Giovanni e compagnia.
Uno stare sottosopra, un perdere il controllo e non tanto per il rendersi conto di essere, attorialmente, infinitamente meno emotivo di loro, ma per costatare quanto loro mi stessero ricordando quello che ogni tanto ci si dimentica: che nessuno – nessuno! – è sempre e solo una parte di se stesso che domina su tutte le altre, ma che ogni persona ha 100 – Uno, nessuno, centomila – parti di se, nel bene e nel male.
Non sono sempre e solo un bevitore di birra o un ingegnere aereospaziale o un raccolgitore di pomodori, ma contemporaneamente sono anche altro.
Grazie.
Questo è stato l’incontro con chi sta “dentro”: l’avermi ricordato quanto il pregiudizio possa distruggere le infinite e bellissime parti di una persona, e quanto invece ci sia di illimitato nell’anima di ognuno, anche di chi, giuridicamente, ha commesso un errore.
Del laboratorio tengo tanto, ma più di tutto la lezione di umanità ricevuta da Farid.

lunedì 28 febbraio 2011

Andrea Zanzotto per rEsistere

LORENA ORAZI e LUISA VETTOR risposte civili a luoghi comuni sul carcere

libero esercizio creativo di
Lorena -responsabile Attività Rieducative al Due Palazzi e
Luisa-Segreteria Magistrati di Sorveglianza Tribunale di Padova.
l'intervento, presentato nella giornata di r-Esistere, è una testimonianza intelligente di due donne per le quali il carcere è un impegno quotidiano
è stato applaudito con calore
vi invitiamo a leggerlo

LORENA Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato (Art. 27 Costituzione italiana)
LUISA Non credo al ravvedimento dei detenuti. Fingono solamente per ottenere dei benefici
LORENA Mantenere un detenuto in carcere costa caro e la condanna comunque prima o poi finisce. Le ricerche fatte sulla recidiva dimostrano che le persone che fruiscono di misure alternative tornano a delinquere meno di coloro che scontano per intero la pena: è più conveniente puntare sul riscatto sociale.
LUISA Permessi premio e misure alternative al carcere? Bisognerebbe buttare via la chiave delle celle!
LORENA La maggior parte delle misure alternative ha un esito positivo. Incarcerare significa togliere la libertà, ma non cancellare dalla società un individuo.
LUISA Gli assassini dovrebbero essere giustiziati, ai ladri bisognerebbe tagliare le mani, gli stupratori dovrebbero essere evirati!
LORENA Occhio per occhio dente per dente è un principio superato e poco utile. Nei Paesi dove esiste la pena di morte, come negli Stati Uniti, non è stata eliminata la criminalità anzi i crimini violenti sono addirittura più frequenti.
LUISA Diritto a coltivare gli affetti familiari? Alle famiglie potevano pensare prima di finire in galera.
LORENA I figli, le mogli, le compagne, i genitori sono sempre anche loro vittime dei reati. Come i familiari delle vittime soffrono a causa di azioni che non hanno compiuto ma di cui pagano un prezzo altissimo.
LUISA I familiari soffrono ingiustamente per la lontananza dai loro cari? Probabilmente se sono finiti in carcere è anche per colpa delle loro famiglie.
LORENA Sei ore di colloquio al mese e 10 minuti di telefonata a settimana: questa è la possibilità concreta di mantenere vivi gli affetti. Quante famiglie riescono ad arrivare a fine pena?
LUISA Diritto alla salute? Ma se appena stanno male vengono portati in ospedale, mentre noi che non abbiamo commesso reati dobbiamo aspettare mesi per ottenere una visita!
LORENA Quando un detenuto viene portato in ospedale spesso è già troppo tardi. A volte l’idea è che i detenuti siano dei “simulatori” e che quindi non vanno curati ma “smascherati”.
LUISA Diritto al lavoro? Li manderei a spaccare pietre con le catene ai piedi!
LORENA Probabilmente molti detenuti accetterebbero pur di uscire dalla cella. A Padova, in media, un detenuto lavora una o due volte l’anno a rotazione e guadagna circa 100/120 euro.
LUISA Fanno lo sciopero della fame perché non vengono rispettati i loro diritti fondamentali? Perché n on li lasciano morire di fame!
LORENA Lo sciopero della fame è una manifestazione pacifica, spesso utilizzato per opporsi all’indifferenza vera o presunta dell’istituzione. Dal 2000 al 2011 (dati aggiornati al 15 febbraio scorso) nelle nostre confortevoli carceri sovraffollate ci sono stati 1753 morti di cui 635 suicidi.
LUISA Hanno la televisione in cella, cambiano loro le lenzuola, preparano loro pranzo e cena, vivono come in un albergo!
LORENA L’Hotel Due Palazzi era nato con 350 stanze singole, poi sono stati messi due letti in ogni stanza e ora è stato aggiunto il terzo letto… così adesso sono circa 900 gli ospiti, destinati a diventare più di mille, con soggiorni che variano da qualche anno fino all’ergastolo. Il costo richiesto a ogni detenuto è di circa 3,00 euro al giorno: è un albergo piuttosto conveniente… siete interessati?
LUISA Vai in carcere a parlare con i detenuti e dai loro anche la mano? Ma non hai paura che ti possano fare del male o di prenderti brutte malattie?
LORENA Sarà perché immaginiamo i detenuti come nei film, ma vi posso garantire che sono proprio uomini e donne di normale aspetto. Ci sentiremmo più “al sicuro” se davvero fossero riconoscibili?
LUISA Sabato parteciperai a una giornata di sensibilizzazione sul carcere? Ma non hai proprio niente di meglio da fare di sabato?
LORENA Sì, un sacco di cose, ma penso valga la pena provare a non dimenticare che il carcere è un pezzo della città e che lì vivono persone che prima o poi torneranno a essere libere e a far parte della nostra società.
LUISA Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato (Art. 27 Costituzione italiana)



Fernando Marchiori per rEsistere: Carne in scatola

Nel percorso che portò alla pubblicazione del volume Megaloop. L'arte scenica di Tam Teatromusica (Titivillus 2010) – due anni di lavoro, il confronto con molti testimoni, artisti, studiosi, e in particolare con Antonio Attisani, Cristina Grazioli, Riccardo Caldura e Veniero Rizzardi – si pose subito la questione di come trattare, all'interno dell'articolata produzione Tam, lo specifico del Teatro Carcere. A differenza dell'Archivio Tam, che parallelamente Pierangela Allegro e Michele Sambin andavano completando e nel quale fu realizzata una raccolta a sé stante delle produzioni "carcerarie" in sei dvd, nel libro si decise di comune accordo di non affrontare questa declinazione del lavoro Tam in una sezione a parte, perpetrando anche in sede critica la segregazione e la separatezza già subite nei seminari e negli allestimenti reclusi. Il discorso su Tam Teatrocarcere è così affiorato liberamente all'interno dei diversi contributi teorici e della ricostruzione storica che andavamo tessendo con andamento a spirale, in un loop sempre aperto di temi, forme, linguaggi, domande. Sono convinto che è stata la scelta giusta e che il teatrocarcere ha avuto in questo modo un'attenzione e una comprensione altrimenti impossibili.
Se ripenso oggi all'esperienza Tam Teatrocarcere, un'immagine s'impone sulle altre: carne in scatola. Non solo per l'idea di quei corpi grami costretti in celle anguste e respiri corti, ma soprattutto perché questa era l'espressione usata da Sambin quando Tam realizzò quella meraviglia delle MeditAzioni, incarnando nei detenuti del Due Palazzi gli affreschi giotteschi della Cappella Scrovegni. Di fronte al mancato permesso d'uscita dei detenuti per presentare lo spettacolo all’esterno del carcere, Michele e Pierangela decisero – con la rabbia e la determinazione di un gesto che era già esso stesso teatrale – di riprendere con la videocamera quei corpi e quei volti per portarli fuori lo stesso, per farli evadere tutti, almeno virtualmente: carne nelle scatole dei monitor, protagonisti nella loro assenza forzata.
Basta questa esperienza, tra le tante, di Tam nel carcere padovano per ribadire l’importanza del teatro per i detenuti e per la stessa istituzione carceraria. È convinzione comune a operatori, artisti, studiosi, suffragata dalle numerose e diverse pratiche diffuse in Italia, che nel teatro i detenuti possono “lavorare su di sé” e uscire dalla propria condizione psicologica, scoprire altri aspetti della propria personalità; in quel gioco di ruoli che è il teatro possono impostare nuove relazioni tra di loro e con l’istituzione; l’istituzione stessa può, attraverso queste attività, presentarsi con un volto diverso, affrontare situazione di conflitto, aprirsi al territorio, perfino produrre qualcosa da portare all’esterno, da “vendere”.
Ciò che tuttavia mi sembra fondamentale è il fatto che il teatro in carcere serve anche al teatro stesso. Questa terra di mezzo tra dentro e fuori, tra guardie e ladri, questo spazio sospeso tra inclusione ed esclusione è essenziale per gli artisti quanto per i detenuti. È un “terzo paesaggio” dei rapporti sociali nelle cui sfrangiature e porosità s’incontra una banda di “non integrati”, di marginali in modi differenti ma corrispondenti. Un terzo paesaggio in cui lo spazio del conflitto diventa interiore per sublimare l’ordine sociale e violare l’ordine del discorso. Un terzo paesaggio in cui il panopticon foucaultiano viene rovesciato e il teatro da luogo della visione concentrica diventa sguardo moltiplicato e interrogante verso il fuori. Un terzo paesaggio anche della pratica attorale, pericolosamente in equilibrio tra le due dimensioni estreme che Grotowski ha definito teatro della rappresentazione e arte come veicolo. Una sfida per lo stesso discorso critico, costretto a inventare strategie di avvicinamento alternative a quella che Antonio Attisani chiamerebbe una “critica giudiziaria”.
In questo spazio non vuoto, ma anzi ingombro delle macerie di tante esistenze, il teatro porta forme, linguaggi, domande, e incontra inquietudini, energie, vita pulsante. Ciò di cui ha sempre profondamente bisogno. È il motivo artistico (altrettanto essenziale di quello etico) per cui il teatro va da sempre in cerca dei “diversi”, siano essi i carcerati o gli handicappati, i matti o gli immigrati. Scriveva Artaud in una delle sue deliranti lettere alla posterità – Artaud il matto, il recluso, il santo patrono del teatrocarcere – che danzare, fare teatro è soffire il mito, e dunque sostituirlo con la realtà. Ecco, quella carne in scatola, quei corpi conformati alle posture giottesche incarnano miti perché li soffrono, rianimano grandi storie mentre le patiscono, riportano il fuoco dentro le tecniche facendo rinascere il teatro.
Fernando Marchiori