

blog creato dal Tam Teatromusica per rEsistere, evento realizzato al Teatro Maddalene (PD) il 26/2/2011 a sostegno del Teatro Carcere perché il filo che in una lampadina si lascia attraversare da una corrente elettrica e trasforma la sua incandescenza in luce, si chiama appunto resistenza......quale più bell' augurio di farsi per il mondo rEsistenza e illuminarlo trasformando in luce ciò che ci attraversa e ci rende incandescenti...senza mai cedere o spezzarci...
mercoledì 7 dicembre 2011
giovedì 5 maggio 2011
Società Per Azioni
Mi faceva piacere scrivere su questo blog che da troppo tempo è rimasto inattivo di una bella nuova esperienza che
è nata a Padova e che si propone di essere un motore di nuove idee, nuove azioni e aria fresca per la città, un fermento, un enzima reattivo, come a me piace pensare all'arte (una specie di condizionatore?...vista l'Estate incipiente!) si chiama Società Per Azioni. E mi piaceva parlarne in questo blog proprio perché Società Per Azioni è un gruppo spontaneo che si è creato all'indomani della manifestazione del 27 Marzo rEsistere a Padova, a partire da alcuni di quelli che hanno partecipato, dalla voglia di continuare ad agire insieme.
E ora SocietàPer Azioni propone la sua AZIONE # 1 attraverso un flshmob,
una mobilitazione rapida che utilizza la rete e facebook come mezzo principe di comunicazione
ed organizzazione lanciando la seguente mail nel web
SocietàPerAzioni propone un'azione performativa comune per lo
sciopero generale del sei maggio a Padova. Se vuoi partecipare
l'appuntamento è alle ore nove davanti al mac donald di fronte alla
stazione. Porta con te un gesso bianco e se vuoi una macchina
fotografica. Ti daremo istruzioni sullo svolgimento dell'azione quel
giorno. Se vuoi saperne di più scrivi a socperaz@gmail.com altrimenti
ci vediamo venerdì.
link alla pagina su Facebook di SocietàPerAzioni:
http://www.facebook.com/pages/SocietàPerAzioni/211397325546896
link all'evento su Facebook: http://www.facebook.com/event.php?eid=127538550657606
SocietàPerAzioni cerca forme concrete di rEsistenza culturale, modi
indipendenti di comunicazione, nuovi ambiti di azione. Siamo attori,
registi, cantanti, danzatori, insegnanti, scenografi, musicisti,
videomaker, fotografi, artisti visivi, falegnami, costumisti,
scrittori, organizzatori, ricercatori... siamo persone che
intervengono sul reale attraverso la pratica performativa.
Ci incontriamo a Padova.
Vi prego di diffondere e far girare la mail a chi pensate potrebbe essere interessato
Io venerdì mattina ci sarò e stando al tam tam che si sta muovendo
credo che saremo un nutrito gruppo
L'azione che verrà realizzata sarà poetica, semplice ed efficace, a sostegno di una cultura non più sostenuta dalla nostra nazione...per ora!
martedì 26 aprile 2011
venerdì 15 aprile 2011
Foto del 27 Marzo 2011 Padova
venerdì 1 aprile 2011
Non so a che Santo votarmi 2/2
Non so a che Santo votarmi 2/2 from raffaella rivi on Vimeo.
Padova, 27 marzo.
Città del Santo, come si usa qua, senza aggiungere altro. Ma in questo momento "complicato", ci serve un Santo a cui votarci....
Domenica 27 Marzo: Le foto di Marco Dimarino
giovedì 31 marzo 2011
la storia di Emma.. di Paolo Esposito-Arlecchin
mercoledì 30 marzo 2011
io rEsisto
Un bene comune
e una risorsa su cui investire,
non una spesa da far pagare agli italiani
martedì 29 marzo 2011
tg3 Veneto - Giornata Mondiale del Teatro a Padova
Attori, ballerine, musicisti. Migliaia sotto la ragnatela. La rivolta parte da Padova
lunedì 28 marzo 2011
Fioravante Cozzaglio : riflessioni e domande utili su accisa benzina e teatro
Caterina Cisotto - Il Gazzettino
rEsistere Domenica 27 Marzo dalle 14.00 alle 19.00 Padova
sabato 26 marzo 2011
RASSEGNA STAMPA - ufficio stampa di Marta Giacometti
l'ufficio stampa è a cura di Marta Giacometti, del gruppo promotore dell'iniziativa a Pd, di Ikon Studio
Tele Nuovo
http://www.tgpadova.it/index.cfm/hurl/contenuto=236553/cultura/artisti_padovani_ancora_sul_piede_di_guerra.html
EXIBART
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=105643
Padova Oggi
http://www.ipadovaoggi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3815:giornata-mondiale-del-teatro-gli-artisti-scendono-in-piazza&catid=1:ultime-notizie&Itemid=106
NEWS SPETTACOLO
http://www.newspettacolo.com/news/varie/33593_reintegro-fus-gli-artisti-padovani-esprimono-perplessita-e-promuovono-comunque-una-giornata-di-mobilitazione-a-sostegno-della-cultura-domenica-27-marzo-2011-in-oltre-70-nelle-piazze-del-centro-cittadino-un-pomeriggio-di-performance-e-spettacoli.html
PADOVA NEWS
http://www.padovanews.it/notizie-di-padova-e-provincia/arte-e-cultura/86507-reintegro-fus-gli-artisti-padovani-esprimono-perflessita
TAFTER
http://www.tafter.it/2011/03/25/industria-dello-spettacolo-gli-artisti-padovani-confermano-la-protesta-del-27-marzo/
PADOVANDO
http://www.padovando.it/y18_attualita/y18_vivere_a_padova.asp?inde=35308
BLITZ QUOTIDIANO
http://www.blitzquotidiano.it/italia/veneto/padova/padova-news/reintegro-artisti-padovani-esprimono-1871236/
ITALIA EVENTI
http://www.italia-eventi.com/2011/03/reintegro-fus-gli-artisti-padovani.html
Valentina Voi - Il Mattino di Padova
http://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinodipadova/2011/03/25/MGAPO_MGA01.html?ref=search
venerdì 25 marzo 2011
Caterina Cisotto - il Gazzettino
http://carta.ilgazzettino.it/LeggiGiornale.php?TipoVisualizzazione=&CodSigla=PD&NumPagina=30&AnnoPagina=2011&MesePagina=03&GiornoPagina=25
Lista Adesioni Aggiornata ad oggi
La Stampa 24/03/11 - Massimo Gramellini
giovedì 24 marzo 2011
Programma di Domenica 27 Marzo a Padova
dalle 16.00 alle 18.00 tutti gli artisti dello spettacolo che hanno aderito presentaranno delle performances di teatro musica e danza in punti diversi delle tre piazze centrali: piazza delle Erbe, piazza della Frutta e piazza dei Signori che per l’occasione diventeranno una scena teatrale a cielo aperto.
L'idea è di portare nelle piazze la cultura, di portarla alla gente, di far fiorire la città in una primavera culturale come risposta creativa ai tagli che stanno mettendo a rischio il nostro patrimonio artistico. Tra tutte segnaliamo una piccola azione che verrà fatta in risposta al reintegro del Fus. Alcuni artisti regaleranno ai passanti delle monetine da 2 cent accompagnate da un piccolo biglietto che reciterà:
La Cultura:
Energia rinnovabile e pulita.
Un bene comune
e una risorsa su cui investire,
non una spesa da far pagare agli italiani
alle 18.00 tutti gli artisti indosseranno un cartello con la scritta : "Lavoratore dello spettacolo"
Indossato il cartello gli artisti e i cittadini, si dirigeranno in Piazza dei Signori dove prenderà avvio l'azione performativa Mascheramento Urbano a cura di Donato Sartori I I partecipanti rimarranno per un'ora sotto la ragnatela come installazione vivente nel cuore della città. Verrà letto l’articolo 9 della Costituzione
alle 19.00 l'installazione si scioglierà. Artisti e cittadini accenderanno una candela e si dirigeranno verso il teatro delle Maddalene, transitando per via Dante, Piazza Mazzini, e via Beato Pellegrino.
L'iniziativa si concluderà all'interno del teatro
L'iniziativa si concluderà all'interno del teatro con la stesura di una lettera/appello da inviare al Presidente Giorgio Napolitano
Chi desiderasse partecipare fisicamente al Mascheramento Urbano e non avesse ancora aderito, deve solo prepararsi il cartello in formato A3 su cartoncino bianco ed al segnale acustico (ore 18) indossarlo dirigendosi verso Piazza dei Signori per essere irretito dalla ragnatela di Donato Sartori.
Appello ai cittadini contenuto nel volantino che verrà distribuito in piazza domenica 27 Marzo
L’annunciato reintegro del Fondo unico per lo spettacolo (Fus), ottenuto tramite il rincaro della benzina come ha annunciato ieri il Governo, non ci rende affatto tranquilli. Così facendo i Governo grava peraltro sui cittadini, mentre sarebbe assai più giusto e opportuno tagliare gli ampi e numerosi sperechi della politica. La situazione del teatro e di tutto il settore culturale in questo momento in Italia è al collasso: teatri pubblici e privati, festival e compagnie indipendenti sono in ginocchio, a rischio le produzioni cinematografiche e teatrali, le programmazioni di questa stagione, oltre che molti posti di lavoro... siamo 250.000, attori, registi, danzatori, scenografi, tecnici, costumisti, operatori del teatro, del cinema, della danza, della musica.
Siamo precari, siamo intermittenti, e del tutto privi di garanzie sociali.
La cultura, l'arte, la ricerca non soltanto producono ricchezza e occupazione: sono un diritto e un bene comune, non un privilegio di pochi eppure la percentuale del PIL che vi investe il nostro paese è tra le più basse in Europa.
Chiediamo regole CONDIVISE per una distribuzione più equa e trasparente dei finanziamenti secondo criteri di qualità.
Chiediamo di tutelare la nostra autonomia di artisti e i nostri diritti di lavoratori.
Invitiamo tutti, artisti, lavoratori, operatori ad unirsi per organizzare una resistenza attiva per difendere l'espressione del pensiero indipendente e il libero accesso ai saperi e alle arti.
Una comunità che va a teatro, al cinema, che legge, è una comunità che acquisisce sempre più strumenti per scegliere, per partecipare, una comunità che sa assumersi la responsabilità diretta della democrazia e quindi proprio a voi che vi trovate qui chiediamo di sostenere questa battaglia come se fosse anche una vostra battaglia.
Grazie.
giovedì 17 marzo 2011
Il luogo del nostro corpo in cui siamo tutti Italiani
Premetto che mi sento cittadina del mondo, anzi meglio, mi sento ospite di un magnifico pianeta azzurro e verde che rotola nello spazio attorno alla stella chiamata Sole di una galassia dal nome poetico: la Via Lattea. Premetto che fatico sinceramente a comprendere gli uomini che hanno la pretesa ridicola e ingenua di poter comprare o vendere la terra, il cielo e il mare, tracciandovi confini immaginari che loro ritengono serissimi e che ai miei occhi, oltre ad un onesto stupore, generano un compassionevole sorrisino. Detto questo io, in questo pianeta che prende il nome da uno dei quattro elementi, io, Claudia, sono senza dubbio Italiana...a partire dal nome che mi fa automaticamente voltare come per un istinto non consapevole, ogni volta che venga pronunciato ad alta voce, e lo sono, italiana, più di quanto i miei pensieri galattici mi lascino supporre...e io credo sinceramente che siano italiani, oltre ogni loro ragionevole coscienza, anche tutti gli altri esseri umani nati in questo curiosissimo stivale, che i suoi confini li ha accettati dalla Natura, più che da immaginifiche riunioni postbelliche attorno ad una cartina geografica (essendo completamente circondato dal mare e chiuso dalle Alpi a nord). E mi accingo immediatamente a motivare questa affermazione che con ogni probabilità almeno una parte politica oggi potrebbe confutare.
Esiste in ogni italiano un organo, o meglio un luogo del corpo, in cui la parola patria trova la propria casa...e questo luogo è la bocca o per essere ancora più precisi la lingua. Nella lingua che parliamo e in quella fatta di carne che sin dal latte materno si allena e viene educata con costanza e gioia ad una sensibile intelligenza dei sapori siamo davvero innegabilmente e inevitabilmente italiani...e davvero non è poco!
Se si pensa che la lingua utilizzata per comunicare con gli altri è prima di tutto la lingua che usiamo per pensare...per parlare a noi stessi...il punto non è: "io parlo italiano"...ma: "io penso in italiano"...la Madrelingua, madre forse proprio per questo, è il modo che utilizziamo più frenquentemente per organizzare di fronte alla nostra coscienza il mondo esterno quando si affaccia ai nostri occhi, è realmente Madre...la madre di tutto ciò che vediamo...se pensassimo in un'altra lingua vedremmo altre cose, differenti, e vivremmo in un altro mondo! Per questo motivo due popoli con una lingua diversa si sentono diversi...non sono diversi in quanto esseri umani...ma vivono in due mondi diversi perché pensano e vedono cose diverse...e questo può generare molte difficoltà ed è il motivo per cui è prezioso imparare molte lingue ed è difficile e delicata l'integrazione culturale. Un esempio mille volte citato è quello degli eschimesi che hanno decine di parole nella loro lingua madre per descrivere la neve e le sfumature di bianco e se un eschimese venisse in vacanza Cortina ...probabilmente le userebbe tutte, perchè le sfumature di banco e i tipi diversi di neve ci sono anche a Cortina, alcuni almeno; vedrebbe cose che noi non vediamo e il motivo per cui noi non le vediamo è che non abbiamo le parole per descriverle!!!
L'altra madrelingua, e qui ancor più madre, è quella che ha imparato e ci insegna dall'infanzia ad amare la cucina e il cibo e che ha trasformato la necessità del nutrimento in un'arte e in una sapienza che forse (e dico forse solo per non apparire troppo presuntuosa) non ha eguali in tutto il pianeta. Ogni Italiano ha una sua lingua, in questo senso, cresciuta ed educata da madri e nonne, sorelle e amanti...cucinano anche egli uomini, lo so, ma più per lavoro o in particolari occasioni, la cucina quotidiana...quella che costruisce i corpi dei bambini che crescono, spetta ancora il più delle volte alle donne...ed è anche questa una madrelingua...madrelingua di corpi e di emozioni a cui nessun italiano saprebbe rinunciare...la pizza, ed è solo un esempio, l'abbiamo esportata in tutto il mondo forse per essere sicuri di trovarla ovunque andiamo
E dunque.... nonostante tutto quello che quotidianamente vediamo nei giornali e alla tv che ci farebbe pensare al nostro popolo come ad un popolo un po' ridicolo e ben poco maturo, di macchiette melodrammatiche e fanfarone, se...e dico se...siamo ciò che mangiamo...forse gli italiani ci riserveranno ancora qualche piacevole sorpresa!
Buona Festa e un Bacio tricolore a tutti...un bacio che sulle mie labbra ha sempre il sapore della mozzarella, del pomodoro fresco e il profumo irresistibile del basilico
martedì 15 marzo 2011
si nasce gratis si muore gratis
Alcune settimane fa ho partecipato al teatro delle Maddalene ad un laboratorio sull'arte interattiva tenuta dai Sacrocuoreconnection, un gruppo di ragazzi di Vicenza, ed è stato esaltante rendermi conto che questi ragazzi cresciuti con il digitale e il web sono la prima generazione che può rispondere con una sonora e argomentata risataa chi con falsa saggezza ripete quelle frasi stantie con cui io sono cresciuta e che non ho mai accettato tipo:
"Ehh ... Al mondo nessuno ti dà niente per niente..."
"Eh...al mondo niente è gratis..."
"Eh al mondo tutto ha un costo e tutti hanno un prezzo..."
Bhè questi ragazzi lavorano utilizzando solo programmi Open Source...Free...Gratis..Lavori che altri ragazzi , altri uomini, da altre parti del mondo hanno creato lavorandoci sodo e con passione e poi hanno messo in rete perché altri sconosciuti li usassero... Io lo trovo bellissimo...io credo che questo potrebbe davvero cambiare il mondo, e forse lo ha già fatto più di quanto noi siamo in grado di percepire...perché assomiglia molto alle regole con cui funziona non la nostra piccola e ormai vecchia società ma la Vita stessa, maiuscolo
Si nasce gratis si muore gratis...ci si innamora gratis...
si vede tutta la bellezza gratis e si sentono i profumi
e i sapori gratis
e sono gratis gli orgasmi (bhè a guardare la cronaca non sempre...ma quella è una deriva appunto)
e le lacrime e il sapore salato e il dolce
e la neve e il mare e i fiumi e le farfalle
e gli uccelli e le nuvole e la nebbia
e tutto tutto gratis ...e pulito ci era stato dato
poi...ci siamo confusi e persi...ci siamo cacciati da soli dal paradiso
chiudendoci dentro un piccolo inferno regolato dal Mercato
...forse è arrivato il momento di svegliarci dal nostro stesso incubo
...forse anche non c'è più troppo tempo per rimandare
la RETE per rEsistere
io credo molto nella rete tra cittadini...
credo che forse davvero potrà cambiare le cose...
perchè in quella rete sei singolo, rimani forte della tua storia individuale, di ciò che ti ha fatto e che tu hai fatto, ma allo stesso tempo sei collegato, e lo sai e lo vedi, e comprendi quanto ogni singolo sia importante per creare il tutto...proprio come in una rete da pesca ogni nodo è davvero importante...se salta un solo nodo si apre una falla e i pescatori sanno quant'è pericoloso un piccolo buco, tant'è che passavano un buon tempo a riparare le reti
credo sia un pensiero quasi nuovo, un nuovo gradino nella coscienza collettiva, senza una ideologia...ma con tante idee personali cresciute dentro la tua vita a cui nessuno ti chiede di rinunciare con abnegazione per omologarti ad un ideale più grande...ti si chiede "solo" di accorgerti che già fai parte di una rete anche se non lo sapevi e non ci pensavi, ti si chiede "solo " di condividerle le tue idee e se ti appassioni al gioco ti può crescere dentro la voglia di condividere di più, magari anche ciò che hai...magari del tempo libero...delle sapienze, delle ricette delle soluzioni...delle riflessioni....dei desideri e magari dello spazio, un divano, una casa, una macchina, scoprendo di essere l'importantissimo fondamentale nodo di una rete che ne contiene a miliardi tutti altrettanto importanti...
prima d'ora le nuove grandi Idee chiedevano al singolo di annullarsi, di sciogliersi per una causa più grande, in una causa più grande. ...a dire il vero questo modo di procedere non mi sembra abbia funzionato, non in profondità almeno, l'ego personale si scioglie solo quando è sazio, quando ha vissuto a sufficienza ed ha appagato i propri desideri con abbondanza .... solo allora gli nasce la voglia di altre visioni, nuove, differenti, più grandi di sé, e solo allora si scioglie docilmente, addirittura con entusiasmo, senza rivoltarsi con violenza e senza più esigere la propria parte
venerdì 11 marzo 2011
ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Così...solo per promemoria
...solo perché la vogliono cambiare questa bella costituzione
...solo perché io non li so gli articoli a memoria, ma mi piacerebbe impararli e forse davvero dovrei
...solo perché molte delle istanze che a tratti sento urlare dentro di me come cittadina secondo la nostra costituzione sono già un nostro diritto
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
leggi anche art.33 e 34" href="http://www.senato.it/istituzione/29375/131289/131307/131312/articolo.htm">33,
giovedì 10 marzo 2011
esercitarsi a rEsistere per imparare ad Agire
liberi esercizi di rEsistenza creativa, stimolati anche dalla lettura
delle seguenti circolari dell'AGIS
giornate mobilitazione
26 27 28 Marzo giornate nazionali per la cultura e lo spettacolo
RadioBue INTERVISTA ON LINE : Palcofonico per rEsistere
palcofonico per rEsistere
durante la puntata
- vengono lette due riflessioni di detenuti raccolte dal Tam
- la conduttrice Gioia e Giorgio leggono un estratto dal testo di Chiara Valerio
"Senza il Teatro non so vivere perché"
- Intervista a Claudia Fabris che ha partecipato all'organizzazione dell'evento
- Alessandro Martinello rilegge la poesia che Marco Paolini ha dedicato a rEsistere
- Va in onda l'audio del video preparato da Mirko Artuso e Natalino Balasso
per la giornata e già caricato sul nostro blog
- va in onda un estratto dell'intervento musicale preparato ad hoc per rEsistere
da Debora Petrina registrato dal vivo alle Maddalene il 26 Febbraio
Debora Petrina - voce e tastiera Riccardo Marogna - clarinetto
Silvia Mei per rEsistere: "Se per esistere bisogna digiunare io non mangerò"
26 FEBBRAIO 2011 TEATRO DELLE MADDALENE: FOTO DELL'EVENTO
mercoledì 9 marzo 2011
Casa circondariale di Pesaro-Teatro Aenigma festeggia il 27 marzo con le persone detenute
Partecipare al Coordinamento Teatro in Carcere-info
alcune info per partecipare al Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere
http://www.teatroaenigma.it/home.php
www.ateatro.org: nascita coordinamento teatro in carcere
http://www.ateatro.org/mostranotizie2.asp?num=133&ord=20
martedì 8 marzo 2011
MICHALIS: motivi per continuare a r-Esistere
grazie per l'invito a rEsistere, per la serata e... per la mangiata!
è stata davvero una bella occasione per incontrarsi e conoscersi meglio.
la situazione è davvero molto critica, molto più critica di quanto si pensi, quindi bisogna resistere, insistere, fare, divulgare.
bisogna anche imparare ad esistere, a non perdersi nelle piccole cose e/o contraddizioni, ad imparare a stare più insieme a riconoscersi all'interno di una comunità che ha certe idee seppur non sempre molto chiare.
teniamoci in contatto,
un abbraccio a tutti,
Michalis
Balàmos Teatro
sabato 5 marzo 2011
reAgire
riAscoltare rEsistere
http://www.spreaker.com/show/resistere_tamteatromusica_pd
IL TAMBURO DI KATTRIN -al di là del concetto di punizione
http://www.iltamburodikattrin.com/approfondimenti/2010/al-di-la-del-concetto-di-punizione/comment-page-1/#comment-1031
venerdì 4 marzo 2011
Il carcere MAMMA
Riflessioni dal carcere raccolte negli anni dal Tam
Il carcere è un processo all'interno del quale in modo
più o meno patologico si ritorna a essere bambini.
E' come un bambino, un uomo in carcere, proprio perchè
assistito, seguito, coccolato si sente al centro del
mondo e dimentica spesso gli altri. Mettersi
al centro della propria attenzione è la mossa
essenziale. Garantisce la sopravvivenza, poi lo
sviluppo, poi ancora il confronto e con esso la
relazione e perciò si cerca qualcuno con...
uno spazio in cui...un tempo per...ma questo avviene
solo quando si comincia a percepire gli latri e non
ci si sente più quel poverino, sfortunato, prigioniero,
condannato, colpevole....
Gianni
Contrappunto in re minore per quartetto d'archi e telecamere
Certo le forme di controllo sono molte ...anche in questo periodo mediatico.
E posto un video fatto con il collettivo Lavacamora di cui facevo parte
giovedì 3 marzo 2011
mercoledì 2 marzo 2011
Veronica: motivi per continuare a r-Esistere
è stato un piacere partecipare a rEsistere. A volte dalle situazioni più spiacevoli possono nascere opportunità inaspettate. Spero davvero che la bellissima energia di sabato scorso rimanga viva e che i risultati siano presto tangibili. So che la situazione italiana è profondamente diversa, ma sono stata in Argentina dopo la crisi e mai come allora ho sentito la forza e la necessità che il teatro può avere in situazioni limite. Ho visto spettacoli ovunque, nelle case, per le strade. Una ventata di ossigeno, davvero. Un po' come sabato scorso.
a presto
Veronica
Luisa: motivi per continuare a r-Esistere
ho deciso che continuo la mia "carriera" letteraria inviandoti un elenco di motivi per i quali ti ringrazio di avermi coinvolta nella manifestazione di sabato:
- grazie per l'impegno che contraddistingue il lavoro tuo e dei tuoi compagni, soprattutto in ambito carcerario (ambito così poco a cuore a buona parte dell'umanità)
- grazie per avermi fatto sentire parte di una "famiglia" che condivide principi, valori, speranze che nulla hanno a che vedere con profitto ed interesse solo personale
- grazie perchè nel corso della cena di sabato sera (dove peraltro ho trovato a sorpresa una persona che era presente alla manifestazione) abbiamo finalmente parlato d'"altro". In genere infatti ci roviniamo le serate discutendo animatamente di chi ci governa, dei mali di questo nostro paese, del futuro incerto per i nostri figli, mentre sabato sono riuscita - almeno per un po' - a distogliere l'attenzione da tali argomenti focalizzando l'attenzione sulla manifestazione e sugli argomenti trattati nel corso della stessa
- grazie perchè mi hai fatto vincere almeno una delle tante paure da cui sono affetta (parlare in pubblico)
- grazie perchè mi sono divertita, emozionata, a tratti commossa, mai annoiata
- grazie e basta!
Con amicizia
Luisa
martedì 1 marzo 2011
Andrea Segre per rEsistere
Forte Fortissimo è stato un Incontro
Ed è un incontro che vorrei ricordare, perché è ancora aperto…
Un paio di anni fa ho seguito un laboratorio di teatro carcere presso il Tam, era condotto da Cinzia Pennacchi e Andrea Zanellato.
In questo periodo storico, che appar sottosopra, come le emozioni, tutto tende a mescolarsi.
Non mi sembra che sia passato tanto tempo, forse è stato ieri ma potrebbe essere che stia avvenendo anche adesso mentre scrivo… io ricordo quei corridoi che non finivano mai, interrotti solo da pesanti cancelli e porte e ringhiere scorrevoli che bisognava percorrere per giungere da loro e agenti che controllavano i taccuini di appunti e i copioni e le caramelle accuratamente nascoste sotto la lingua.
Il testo lo sapevo a memoria, la storia dell’anatra stavo cercando di digerirla, le mani cercavo di non muoverle se non fosse necessario e…loro, come dire, erano “dentro” in attesa, lunga attesa.
L’incontro con i carcerati dei “Due palazzi” ha mescolato le carte, non so se avete presente “l’Appeso”, è una carta dei tarocchi in cui un uomo è appeso, è a testa in giù.
Questo è stato il mio incontro con Farid, Rashid, Giovanni e compagnia.
Uno stare sottosopra, un perdere il controllo e non tanto per il rendersi conto di essere, attorialmente, infinitamente meno emotivo di loro, ma per costatare quanto loro mi stessero ricordando quello che ogni tanto ci si dimentica: che nessuno – nessuno! – è sempre e solo una parte di se stesso che domina su tutte le altre, ma che ogni persona ha 100 – Uno, nessuno, centomila – parti di se, nel bene e nel male.
Non sono sempre e solo un bevitore di birra o un ingegnere aereospaziale o un raccolgitore di pomodori, ma contemporaneamente sono anche altro.
Grazie.
Questo è stato l’incontro con chi sta “dentro”: l’avermi ricordato quanto il pregiudizio possa distruggere le infinite e bellissime parti di una persona, e quanto invece ci sia di illimitato nell’anima di ognuno, anche di chi, giuridicamente, ha commesso un errore.
Del laboratorio tengo tanto, ma più di tutto la lezione di umanità ricevuta da Farid.
lunedì 28 febbraio 2011
LORENA ORAZI e LUISA VETTOR risposte civili a luoghi comuni sul carcere
Lorena -responsabile Attività Rieducative al Due Palazzi e
Luisa-Segreteria Magistrati di Sorveglianza Tribunale di Padova.
l'intervento, presentato nella giornata di r-Esistere, è una testimonianza intelligente di due donne per le quali il carcere è un impegno quotidiano
è stato applaudito con calore
vi invitiamo a leggerlo
LORENA Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato (Art. 27 Costituzione italiana)
LUISA Non credo al ravvedimento dei detenuti. Fingono solamente per ottenere dei benefici
LORENA Mantenere un detenuto in carcere costa caro e la condanna comunque prima o poi finisce. Le ricerche fatte sulla recidiva dimostrano che le persone che fruiscono di misure alternative tornano a delinquere meno di coloro che scontano per intero la pena: è più conveniente puntare sul riscatto sociale.
LUISA Permessi premio e misure alternative al carcere? Bisognerebbe buttare via la chiave delle celle!
LORENA La maggior parte delle misure alternative ha un esito positivo. Incarcerare significa togliere la libertà, ma non cancellare dalla società un individuo.
LUISA Gli assassini dovrebbero essere giustiziati, ai ladri bisognerebbe tagliare le mani, gli stupratori dovrebbero essere evirati!
LORENA Occhio per occhio dente per dente è un principio superato e poco utile. Nei Paesi dove esiste la pena di morte, come negli Stati Uniti, non è stata eliminata la criminalità anzi i crimini violenti sono addirittura più frequenti.
LUISA Diritto a coltivare gli affetti familiari? Alle famiglie potevano pensare prima di finire in galera.
LORENA I figli, le mogli, le compagne, i genitori sono sempre anche loro vittime dei reati. Come i familiari delle vittime soffrono a causa di azioni che non hanno compiuto ma di cui pagano un prezzo altissimo.
LUISA I familiari soffrono ingiustamente per la lontananza dai loro cari? Probabilmente se sono finiti in carcere è anche per colpa delle loro famiglie.
LORENA Sei ore di colloquio al mese e 10 minuti di telefonata a settimana: questa è la possibilità concreta di mantenere vivi gli affetti. Quante famiglie riescono ad arrivare a fine pena?
LUISA Diritto alla salute? Ma se appena stanno male vengono portati in ospedale, mentre noi che non abbiamo commesso reati dobbiamo aspettare mesi per ottenere una visita!
LORENA Quando un detenuto viene portato in ospedale spesso è già troppo tardi. A volte l’idea è che i detenuti siano dei “simulatori” e che quindi non vanno curati ma “smascherati”.
LUISA Diritto al lavoro? Li manderei a spaccare pietre con le catene ai piedi!
LORENA Probabilmente molti detenuti accetterebbero pur di uscire dalla cella. A Padova, in media, un detenuto lavora una o due volte l’anno a rotazione e guadagna circa 100/120 euro.
LUISA Fanno lo sciopero della fame perché non vengono rispettati i loro diritti fondamentali? Perché n on li lasciano morire di fame!
LORENA Lo sciopero della fame è una manifestazione pacifica, spesso utilizzato per opporsi all’indifferenza vera o presunta dell’istituzione. Dal 2000 al 2011 (dati aggiornati al 15 febbraio scorso) nelle nostre confortevoli carceri sovraffollate ci sono stati 1753 morti di cui 635 suicidi.
LUISA Hanno la televisione in cella, cambiano loro le lenzuola, preparano loro pranzo e cena, vivono come in un albergo!
LORENA L’Hotel Due Palazzi era nato con 350 stanze singole, poi sono stati messi due letti in ogni stanza e ora è stato aggiunto il terzo letto… così adesso sono circa 900 gli ospiti, destinati a diventare più di mille, con soggiorni che variano da qualche anno fino all’ergastolo. Il costo richiesto a ogni detenuto è di circa 3,00 euro al giorno: è un albergo piuttosto conveniente… siete interessati?
LUISA Vai in carcere a parlare con i detenuti e dai loro anche la mano? Ma non hai paura che ti possano fare del male o di prenderti brutte malattie?
LORENA Sarà perché immaginiamo i detenuti come nei film, ma vi posso garantire che sono proprio uomini e donne di normale aspetto. Ci sentiremmo più “al sicuro” se davvero fossero riconoscibili?
LUISA Sabato parteciperai a una giornata di sensibilizzazione sul carcere? Ma non hai proprio niente di meglio da fare di sabato?
LORENA Sì, un sacco di cose, ma penso valga la pena provare a non dimenticare che il carcere è un pezzo della città e che lì vivono persone che prima o poi torneranno a essere libere e a far parte della nostra società.
LUISA Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato (Art. 27 Costituzione italiana)
Fernando Marchiori per rEsistere: Carne in scatola
Se ripenso oggi all'esperienza Tam Teatrocarcere, un'immagine s'impone sulle altre: carne in scatola. Non solo per l'idea di quei corpi grami costretti in celle anguste e respiri corti, ma soprattutto perché questa era l'espressione usata da Sambin quando Tam realizzò quella meraviglia delle MeditAzioni, incarnando nei detenuti del Due Palazzi gli affreschi giotteschi della Cappella Scrovegni. Di fronte al mancato permesso d'uscita dei detenuti per presentare lo spettacolo all’esterno del carcere, Michele e Pierangela decisero – con la rabbia e la determinazione di un gesto che era già esso stesso teatrale – di riprendere con la videocamera quei corpi e quei volti per portarli fuori lo stesso, per farli evadere tutti, almeno virtualmente: carne nelle scatole dei monitor, protagonisti nella loro assenza forzata.
Basta questa esperienza, tra le tante, di Tam nel carcere padovano per ribadire l’importanza del teatro per i detenuti e per la stessa istituzione carceraria. È convinzione comune a operatori, artisti, studiosi, suffragata dalle numerose e diverse pratiche diffuse in Italia, che nel teatro i detenuti possono “lavorare su di sé” e uscire dalla propria condizione psicologica, scoprire altri aspetti della propria personalità; in quel gioco di ruoli che è il teatro possono impostare nuove relazioni tra di loro e con l’istituzione; l’istituzione stessa può, attraverso queste attività, presentarsi con un volto diverso, affrontare situazione di conflitto, aprirsi al territorio, perfino produrre qualcosa da portare all’esterno, da “vendere”.
Ciò che tuttavia mi sembra fondamentale è il fatto che il teatro in carcere serve anche al teatro stesso. Questa terra di mezzo tra dentro e fuori, tra guardie e ladri, questo spazio sospeso tra inclusione ed esclusione è essenziale per gli artisti quanto per i detenuti. È un “terzo paesaggio” dei rapporti sociali nelle cui sfrangiature e porosità s’incontra una banda di “non integrati”, di marginali in modi differenti ma corrispondenti. Un terzo paesaggio in cui lo spazio del conflitto diventa interiore per sublimare l’ordine sociale e violare l’ordine del discorso. Un terzo paesaggio in cui il panopticon foucaultiano viene rovesciato e il teatro da luogo della visione concentrica diventa sguardo moltiplicato e interrogante verso il fuori. Un terzo paesaggio anche della pratica attorale, pericolosamente in equilibrio tra le due dimensioni estreme che Grotowski ha definito teatro della rappresentazione e arte come veicolo. Una sfida per lo stesso discorso critico, costretto a inventare strategie di avvicinamento alternative a quella che Antonio Attisani chiamerebbe una “critica giudiziaria”.
In questo spazio non vuoto, ma anzi ingombro delle macerie di tante esistenze, il teatro porta forme, linguaggi, domande, e incontra inquietudini, energie, vita pulsante. Ciò di cui ha sempre profondamente bisogno. È il motivo artistico (altrettanto essenziale di quello etico) per cui il teatro va da sempre in cerca dei “diversi”, siano essi i carcerati o gli handicappati, i matti o gli immigrati. Scriveva Artaud in una delle sue deliranti lettere alla posterità – Artaud il matto, il recluso, il santo patrono del teatrocarcere – che danzare, fare teatro è soffire il mito, e dunque sostituirlo con la realtà. Ecco, quella carne in scatola, quei corpi conformati alle posture giottesche incarnano miti perché li soffrono, rianimano grandi storie mentre le patiscono, riportano il fuoco dentro le tecniche facendo rinascere il teatro.
Fernando Marchiori