lunedì 21 febbraio 2011

6dentro

Ripesco nella memoria (la mia e quella del mio hard-disk) un passaggio condiviso con il Tam a proposito del suo impegno teatrale in carcere.
Si riferisce a 6Dentro il CD-art-game (un gioco artistico interattivo) realizzato otto anni fa, circa.
Un teatro fa, una vita, rispetto alle dinamiche forsennate dell'evoluzione digitale.
Lo considero a tutti gli effetti un atto esemplare di simulazione teatrale in un ambiente digitale.
Prima di tutto per il suo approccio immersivo, per cui essere “dentro” l’ambiente digitale di quell’ipermedia coincidere con la condizione dell’essere “dentro” il carcere. E’ un bel paradosso non c’è che dire. Ma proviamo a percorrerlo questo paradosso, ne vale la pena perché vi è possibile trovare una forte interrelazione tra teatro e ipermedia.
Un modo per concepire l’entità virtuale è infatti quella di vederla come simulazione visiva di uno spazio fisico. Simulazione e non solo rappresentazione. All’interno di un ambiente virtuale, grazie all’interattività, si agisce, si naviga, si percorre la visione data: si è dentro, secondo quel principio immersivo che determina uno straordinario salto di qualità percettivo rispetto alle altre categorie della rappresentazione visiva: si agisce nella visione. In quelll’opera del Tam viene reso evidente quest’approccio: lo spettatore-navigatore è sollecitato ad agire con il mouse (estensione protesica della mano e della mente) cercando le zone sensibili su cui cliccare per andare oltre nel percorso. Supera cioè il normale punto di vista per esprimere un particolare “punto di vita” perché non si sta solo a vedere: si agisce, si vive in quello spazio artificiale attraverso il simulacro del puntatore grafico che scorre nello schermo. Si entra così in un’opera multimediale che si sviluppa secondo una dinamica che non è narrativa e tanto meno sistematica (il CD-Rom non svolge infatti una mera funzione documentaria), è bensì ipermediale: la nuova qualità compositiva che oltre alla concatenazione ipertestuale degli elementi si articola sul principio sinestesico che fa interagire tra loro sfere sensoriali diverse. Questo è un valore proprio del Tam che ha sempre centrato la propria identità teatrale sulla sottile interazione tra scena e suono, in una drammaturgia musicale e visiva ad alto grado di risoluzione poetica. La composizione ipermediale di 6Dentro trova così un terreno fertile di creazione inscritto nel bios teatrale del Tam che dà finalmente compiutezza all’idea che si possa esprimere una simulazione teatrale anche in un ambiente digitale. Creando un teatro di percezione che dà forma ad una condizione estrema: quella della vita in carcere come spazio-tempo sospeso e virtuale dentro uno spazio-tempo imposto da altri.

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