giovedì 3 febbraio 2011

Perché rEsistere

Una piccola riflessione sul titolo che abbiamo scelto per la Giornata.
Erano stati proposti Liberi Tutti, Liberi Dentro e Resistere.
Resistere mi piaceva... ma mi richiamava un po' troppo la politica, forse mi richiamava troppo la sinistra in lotta...è che resistere parla di un piccolo gruppo asserragliato che sopravvive e combatte con il nemico attorno... che poi magari è ciò che sentiamo, a volte... ma il desiderio che ho dentro non è di resistenza, né di semplice esistenza, ma di vita piena e larga, che si allarghi sempre più, alla fin fine in una parola di libertà dentro...e fuori.
Poi ho guardato la parola resistenza per un attimo e mi sono accorta che c'era dentro l'esistenza...e in questo caso il teatro in carcere deve davvero concretamente ritornare ad esistere e dunque forse proprio re-esistere.
C'é anche la resistenza dei corpi sottoposti ad uno sforzo, i corpi gli atleti, che sanno gestire la fatica, sanno amministrare le loro forze e sanno che si può superare l'insuperabile semplicemente perché lo hanno già fatto e i corpi dei danzatori che hanno scoperto la gioia e l'estasi confidando nella loro resistenza conquistata con paziente e inesorabile disciplina.
E da ultimo un pensiero luminoso: il filo che in una lampadina si lascia attraversare da una corrente elettrica e a questa oppone resistenza e in questa resistenza si surriscalda diventando incandescente, ma non si spezza, e trasforma la sua incandescenza in luce, si chiama appunto resistenza...e quanto è più sottile il filo metallico tanto maggiore è la sua resistenza.
Quale più bell'augurio di farsi per il mondo resistenza, dell'essere per il mondo una resistenza che lo illumini e sappia come trasformare in luce ciò che l'attraversa e la rende incandescente... senza mai cedere o spezzarsi...
dunque allora... forse... davvero... Buona rEsistenza a Tutti





1 commento:

  1. Questa tua riflessione Cla è molto intensa. Ti assomiglia. Nell'etimologia delle parole c'è la verità che cerchiamo. Il valore temporale della parola resistere è momentaneo non duraturo e immobile.
    Segnala un momento particolare. Il momento in cui ci si ferma e si fa muro. Contro. Contro quello che non vogliamo far passare.
    E' contro un pensiero ignorante, contro l'opportunismo e la furberia, contro la parola sguaiata e che non mantiene le promesse che i nostri corpi, uno a fianco all'altro, diventano un muro che in silenzio urla: siamo qui.
    Per l'attacco non ho strategie e mi sembra che resistere sia, come la non violenza, qualcosa che resiste appunto nel tempo, ai tempi e alle mode del momento, ai facili entusiasmi e ai fuochi di paglia. Resistere è un'azione. Molto seria. Molto impegnativa. Molto vera.
    Ti abbraccio e ti ringrazio per la tua "luce".
    pierangela

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