mercoledì 23 febbraio 2011

Riflessioni dal carcere raccolte negli anni dal Tam

In carcere ho acquisito un'altra forma di essere, di vivere,
che mi induce ad apprezzare delle cose che prima vivevo solo
superficialmente. Prima camminavo su un marciapiede,
non mi interessava. Pioveva, non mi interessava.
Oggi vorrei solamente camminare su un marciapiede.
Sentire la pioggia che mi bagna.
Per chi come voi viene da fuori è banale.
Prendiamo il tempo, una volta cinque minuti erano niente.
Ora che telefono a mia moglie ogni domenica per cinque minuti,
ora cinque minuti sono diventati preziosi.
Quando telefono alla fine dico a mia moglie ci vediamo domenica prossima.
Uno inganna se stesso, è un modo per sopravvivere.
Ma quando vai fuori ti dimentichi tutto questo
e non cerchi più.

Marco

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