lunedì 14 febbraio 2011

DOMANDE

ho delle domande che mi frullano in testa e mi farebbe piacere se gli amici blogger mi rispondessero :-)

prima domanda :
ieri sera è andata in onda le mie prigioni di Riccardo Iacona e premetto che sostengo pienamente il coraggio di affrontare un argomento così impopolare in questi tempi.
ma mi ha colpito, nella descrizione delle attività trattamentali del carcere di Bollate, la mancanza di qualsiasi riferimento all'attività teatrale che pur rappresenta un'eccellenza in Italia.
anche a sinistra la cultura non si mangia?
eppure nella mia esperienza le attività teatrali, nei luoghi di disagio, hanno il potere di risvegliare potenzialità nascoste, di creare percezioni/visioni diverse di sè e l'elemento catartico che si crea durante le rappresentazioni agisce realmente sulle persone e sulla comunità. La catarsi non è una polverosa eredità greca ma un'esperienza umana ancora reale, capace di produrre cambiamenti.

un'altra contraddizione:
vengono tagliati i fondi per le attività teatrali e contemporaneamente il Ministero della Giustizia sostiene una ricerca dell'Unione Europea, curata dalla Fondazione Michelucci, sulle attività culturali e artistiche in carcere.
si legge che in Italia le attività culturali sono uno dei pilastri del trattamento rieducativo poichè la sensibilizzazione all'arte oltre a produrre costruttivi mutamenti nell'animo umano può alleggerire il carico di emozioni negative tipiche di chi è in privazione di libertà. Ancor più valido oggi in una situazione di sovraffollamento.
a chi possiamo far sapere del Ministero che molte realtà pilastri del trattamento rischiano di chiudere?

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