lunedì 14 febbraio 2011

Non voglio (solo) resistere

"Lo sappiamo: da tempo infuria una guerra vera e propria, sotterranea ma non per questo meno violenta; e gli stregoni ottundi-cervello stanno vincendo. Guardiamo le cose in faccia: noi, orgogliose avanguardie della cultura, arroccate sulle nostre Università, Teatri, Cinema (tutto maiuscolo), noi coi nostri gloriosi capitani del passato: gli Strehleri, i Pasolini, gli Eccetera Innumerevoli, ecco, noi stiamo perdendo di brutto. Perché le glorie del passato, sono esattamente questo: passate.
Il flusso degli eventi ci sballotta qua è la nella sua corrente. Siamo spinti sempre di più a lotte di retroguardia, di bande, siamo sbandati.
Non stiamo resistendo, resistendo, resistendo... e stiamo perdendo; come sempre, in questo l'arte fa da canarino da miniera per il resto della società civile.
Resistere serve a guadagnare tempo, ma come si torna a vincere?
Ed è per questo che io, nipote e figlio di partigiani, appassionato lettore di libri, amante della cultura in tutte le sue manifestazioni, organizzatore di festival e stagioni teatrali e workshop ed eventi, co-guida di laboratorio di teatro- carcere, mi chiedo: "dove ho sbagliato? come posso sostenere le cose che amo? come posso tenerle in vita? come posso rivoluzionare il corso degli eventi?"
E scopro, con la certezza dell'intuizione, che l'unica rivoluzione possibile è quella in interiore homini (dal blog di Beppe Sebaste). Non dobbiamo solo resistere, dobbiamo ricostruire dalle radici, imparare a negoziare con il male in termini nuovi.
Una sfida non priva di una sua epicità, che parte dalla rivoluzione che ognuno di noi sarà disposto a fare in sé"

3 commenti:

  1. ...dire che sono d'accordo è davvero riduttivo!
    Era la mia stessa perplessità nella scelta del titolo
    della giornata come ho scritto nel secondo post,
    resistere è davvero troppo poco e questa volta...
    in questo momento storico siamo davvero faccia a
    faccia con noi stessi e siamo i primi a poterlo fare,
    faccia a faccia con tutti i fallimenti di ciò che
    finora è stato proposto come fondamento del pensiero
    e della società...la struttura economica del sistema, le varie ideologie
    tutto si sgretola e si crepa perchè non si fondava
    sulla nostra crescita e coscienza interiore
    e neppure sulle regole profonde della vita
    e l'unica rivoluzione possibile e duratura
    quella che potrà sperare di cambiare
    davvero e in modo profondo qualcosa
    è quella interiore
    ....e forse davvero non possiamo più aspettare

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  2. ...e credo che il nodo stia proprio nell' "essere disposti" verso questa rivoluzione interiore...

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  3. grazie...
    credo che tu abbia linkato male (infatti non si apre): il link questo:
    http://beppesebaste.blogspot.com/2011/01/ricostruire-dalle-radici.html
    e ancora meglio è sviluppato nella prefazione a questo libro appena uscito:
    http://www.lucasossellaeditore.it/Catalogo/Mente/Il-libro-dei-maestri-Sebaste-Beppe
    un saluto, david p. (webmaster di beppesebaste.com)

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